La scelta del relatore
In ambito accademico, si parla di “relatore” per la tesi per definire il prof che vi aiuterà (per valori arbitrariamente ampi di “aiutare”) a fare la vostra tesi. La scelta del relatore dipende da tanti fattori, alcuni dei quali sono oggettivi (l’area di interesse, ad esempio, o le tematiche trattate), mentre altri sono soggettivi (il grado di disponibilità del docente, o l’idea che ve ne siete fatti a lezione).
Tenete in considerazione che chiaramente c’è un certo grado di competizione: oltre all’attività di relatore, un docente deve anche dedicarsi ad altre forme di didattica (lezioni ed esami), deve spesso fare attività di ricerca o di studio individuale (non penserete che dopo la laurea si smette di studiare, vero?), e in alcuni casi deve svolgere attività assistenziale.
Seguire con la giusta attenzione 50 progetti di tesi contemporaneamente richiede uno sforzo esagerato: per questo, molti docenti mettono un limite alla propria disponibilità a fare da relatori, e selezionano gli studenti più meritevoli in base ad esempio alla media degli esami o al progetto di tesi che lo studente (o la studentessa) propone.
La scelta dell’argomento
Per scrivere una tesi, una volta trovato un docente di riferimento, bisogna decidere su cosa fare la tesi. Generalmente, i relatori hanno tutti una loro “macroarea” di pertinenza: alcune università forniscono una sorta di guida, altre lasciano un maggior spazio all’interpretazione. Io personalmente sono della teoria che si lavori meglio a un argomento che piace, quindi immagino che abbiate scelto un relatore che vi permetta di fare una tesi su - appunto - qualcosa che vi interessa. Ma è sempre possibile fare la tesi su qualcosa che vi interessa?
Alcuni professori ascolteranno le vostre idee e vi aiuteranno a sviluppare la vostra tesi. Altri professori preferiscono proporre temi già esplorati o studi già in corso ai loro tesisti. Perché questa differenza? Non c’è un approccio giusto o sbagliato, capiamoci: però è verosimile che un prof abbia accumulato sufficiente esperienza negli anni da poter giudicare quali argomenti sono più interessanti, quali sono più utili o quali sono sostanzialmente troppo difficili, troppo ampi o semplicemente troppo banali. Il che non significa che non siano argomenti interessanti (ad esempio) nella pratica clinica. Ad esempio, una tesi sull’associazione fra anoressia e disfunzioni sessuali non è particolarmente originale, ma è una questione clinica molto importante. Quindi una guida da parte del vostro relatore può essere fondamentale per trovare il giusto compromesso.
C’è poi un altro aspetto essenziale. Che tipo di tesi pensate di voler fare? Una tesi compilativa e una tesi sperimentale richiedono tempi diversi, e la burocrazia necessaria può essere un ostacolo non meno importante da valutare. Ma ne parliamo nel prossimo capitolo…